I racconti della Krivapeta Non solo semplici novelle.. ( ovvero De Profundis per un mondo che muore ) Da bambino, la prima cosa che dovevo fare al mattino, era quella di aprire il pollaio. Uscito, il gallo saltava sopra tutte le galline, ed io chiedevo ai grandi cosa stesse facendo. Non ottenevo risposta! Quando nasceva un vitellino, stavo impaziente davanti alla porta della stalla, ad attendere che nascesse, in quanto mi era proibito entrare. Quando bisognava farlo nascere, si portava la mucca in un paese vicino, dove c' era il toro. Rimanevo confinato a casa! Se penso ad un bambino di oggi che per vedere un gallo, un vitellino, od una mucca, tra breve dovrà recarsi allo Zoo, devo ritenermi fortunato. Queste semplici novelle, ambientate nelle valli, vogliono essere un ricordo di quello che erano la valli un tempo non molto lontano. D' estate, attraversando le nostre montagne alla prima luce dell' alba, si sentiva il rumore, secco e cadenzato, delle falci che tagliavano l' erba, intervallato dal suono metallico, dell' "osla' " che ridava il filo alla lama. Poi, quando il sole saliva, all' ombra di un albero, si batteva la lama. Tin, tin, tin...sempre lo stesso suono! Poi , il profumo dell' erba, al mattino, e del fieno che ti faceva starnutire, al pomeriggio, ed alla fine il rito della " Kopa' ". A questo rito partecipavano tutti, grandi e piccini, questi ultimi, attingendo l' acqua fresca dall' immancabile sorgente che ogni prato possedeva. Nei paesi, ogni casa aveva la sua stalla, ed ogni stalla il suo letamaio. Generalmente, la stalla era attaccata alla casa, ed il letamaio si trovava , a fianco o di fronte ad essa. Galline, oche, tacchini vagabondavano liberamente, per il paese ed i prati, alla ricerca del cibo migliore. Odori, profumi, suoni, che si stanno perdendo. E' il vecchio che muore, in attesa del nuovo. Per ora, purtroppo, assistiamo solo alla morte del vecchio! |