Il ricordo più antico

 

Il ricordo più antico a me parla di guerra, di fucili allineati come alberi in una serra,

ma l’innesto portato non era foriero di vita, brillava lugubre al buio quella lama affilata.

Dalla camera angusta io e la nonna sfrattati, quella notte al mio posto dormirono i soldati.

Nel mio letto per notti non avrei più dormito, la mia camera caserma di chi lottava contro Tito.

 

Il ricordo più antico a me parla di morte, di un pallore improvviso che non avrà buona sorte.

Va la mamma di corsa a chiamare il dottore, lei pedala, si affanna, ma la nonna già muore.

Infine a un ago sottile va la richiesta infinita, con il rosario tra le mani, di riavere una vita.

Ma la nonna ora dorme, ormai non sente dolore, io devo presto imparare che chi nasce anche muore.

 

Il ricordo più antico . . . . forse quello l’ ho scordato, ma certamente come per tutti i bimbi

sarà  stato bello il mio passato.

 

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