Il fiume Natisone - Nediža
Uno splendido fiume che nasce da splendide montagne
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E' difficile determinare quale sia il punto esatto in cui sorge il Natisone, come pure è difficile definire quale sia la sua vera sorgente. Quello che è certo e che le acque che formeranno quello che sarà chiamato fiume Natisone, sgorgano dalle rocce di questi monti.
Panoramica della zona delle sorgenti.
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Le cime che abbiamo visto appartengono alla catena dello Stol. Questa catena è situata parte in Italia e parte in Slovenia. La parte che riguarda le sorgenti del Natisone è sita in Italia, in comune di Taipana.
Nella foto sulla destra possiamo vedere la catena dello Stol vista attraverso la valle del Pradolino. | ![]() |
Di questa catena, sempre riferendoci alle sorgenti del Natisone nomineremo due cime: Il Montemaggiore o Breški Jalovec, altezza mt. 1.636, e la Gnjilica, altezza mt. 1.514. Ai piedi di queste due cime, sul lato sud, da numerosi rigagnoli si formano due corsi d'acqua: Il Rio Bianco e Il Rio Nero. Il Rio Nero nasce in territorio italiano e scende lungo lo stesso costeggiando il confine con la Slovenia. Il Rio bianco, sgorga più a ovest, dalle pendici del Montemaggiore. Entrambi i rii che sgorgano a circa 1.200 mt, si incontreranno a valle, poco prima del Ponte Vittorio, ad una quota di 420 mt. e da quel punto il corso d'acqua prenderà il nome di Natisone.
Zona sorgenti Rio Bianco |
Panoramica |
Zona sorgenti Rio Nero |
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La fonte principale del Rio Bianco o Beli Potok. La sua lunghezza, dalla sorgente all'incontro con il rio nero, è di 5 km. |
Alla
stessa altezza, poco distante, altre acque alimentano il rio.
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Rio Bianco-Beli Potok >>.. Nel loro percorso i rii ricevono il contributo di altri corsi d'acqua. Il Rio Bianco riceve sulla sponda destra il Lemagna (Lomanja) che scende dalla quota di mt.1.500, poi più a valle il Boncic (Bončič). Dai piedi del Gabrovec, cima di 1.630 mt. situata ed est delle precedenti, scende il Palzi P. che alimenta la sponda sinistra del Rio Nero. Quest' ultimo, prima della sua congiunzione con il Rio Bianco, riceverà ancora, sempre sulla sponda sinistra, il Globotnik. |
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<< Rio Nero >> Il Rio Nero, così chiamato perché durante le piogge le sue acque diventano scure, si forma da tanti rigagnoli. |
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Il punto dove i due rii si congiungono.
Da qui queste acque prendono il nome di Natisone. La sua lunghezza totale, compresa quella dei rii, è di 60 km.
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Tracciato del corso dei
due rii fino al punto di congiungimento. I punti nero e bianco indicano
approssimativamente la zona delle sorgenti, le linee il loro corso.
Naturalmente questo, a tratti, si trova dietro ai monti. A fondovalle
vediamo il Natisone.
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<< Il congiungimento dei rii visto dal satellite. Ponte Vittorio, congiunge l'Italia alla Slovenia. |
Il Natisone come tale, percorre sul suolo italiano poche centinaia di metri per poi dirigersi, all'altezza del Ponte Vittorio, verso nord-est in Slovenia. Dopo una decina di chilometri ritornerà in Italia.
Siamo in territorio sloveno. Il fiume, dopo i contributi, sulla sponda destra, del Namlen e su quella sinistra, dello Jamnjak inizia ad avere una certa consistenza e, a tratti, profondità. Il ponte che vediamo sotto collega la strada che da Podbela conduce a Robidišče, con la frazione di Logje.
Proseguendo lungo il fiume incontreremo il Ponte Napoleonico (Napoleonov most), così chiamato perché nel 1797 fu attraversato dalle le truppe di Napoleone.
Questo ponte è stato travolto da una piena nel 1960. Ricostruito nel 1961 e formato da una struttura metallica ed è pavimentato con tavole di legno. |
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Il ponte Napoleonico, Napoleonov most. Qui troviamo la prima forra, elemento che caratterizzerà questo fiume. Dopo questo breve tratto di acque profonde il letto del fiume si allarga notevolmente come possiamo vedere nella foto sotto. |
Il Natisone nei pressi di Podbela. Questo ponte è stato ricostruito di recente in quanto quello precedente, costruito nel 1978, era stato travolto nel 1998 da una piena del fiume a causa della sua scarsa altezza dal letto dello stesso. |
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Abbiamo visto alcuni ponti. In totale i ponti che attraversano questo fiume sono 16. Uno a confine tra Italia e Slovenia, 3 in Slovenia e 12 in Italia. Ci sono pure alcune passerelle, sopratutto nella parte alta del fiume. Quella che vediamo nella fotografia è situata nei pressi di un camping a Podbela. Il Natisone è un bel fiume anche per la balneazione. Da qui inizia tale tipo di attività.
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Passerella nei pressi di Podbela. |
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Il fiume nei pressi di Robič ha deviato il suo percorso bruscamente verso sud ed è rientrato in Italia. E' sceso pure di quota; sempre a Robič siamo sui 240 metri. Siamo vicinissimi alla linea di confine. In questo tratto sgorgano sorgenti purissime che alimentano l'acquedotto Poiana che serve principalmente il basso Friuli. In gran parte delle nostre valli l'acqua che si beve proviene da molto lontano ...
Naklanz, Arpit, Mine, Poiana. Questi sono i nomi delle sorgenti presenti in questi luoghi. Qui vediamo, proprio sul confine, la passerella che porta, alla zona di captazione del Poiana. |
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Il fiume Natisone stretto tra il monte Mia e il monte Matajur.
In questo tratto si immettono sulla sponda destra del fiume i rugi: Požgar, Tujsene e la Široka Dolina. Sempre sulla sponda destra ci sono ancora le sorgenti di Log-Taparčone e Zavodica (nei pressi di Predrobac). Sulla sponda sinistra abbiamo il Rug del Confine e il Seko.
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La strada che costeggia il fiume è stata sin dall'antichità una importante via di comunicazione. Il ritrovamento lungo questa tratta di un sito preistorico (Riparo di Biarzo - Jama par Malne) ci da testimonianza della presenza in loco dell'uomo e delle sua attività. Ulteriori ritrovamenti in Slovenia, seppure databili a periodi più recenti (Kovačeva Jama presso Robic, i castellieri, gli insediamenti e la necropoli di Most na Soči), inducono a pensare a contatti lungo quella direttrice. Questa strada è l’appendice di una vecchia via di comunicazione, l’Appia Antica, nome preso dal Console romano Appio Claudio che la percorse già nel 143 A.C. - Proveniente da Aquileia, la strada toccava Cividale del Friuli raggiungeva Ponte San Quirino e si dirigeva, costeggiando sempre la sponda sinistra del fiume Natisone, verso Caporetto, Plezzo, Tarvisio per poi spingersi oltre il fiume Danubio. Lungo questa via si raggiungeva il mar Baltico (antica via dell’Ambra), lungo questa via, in senso opposto, si raggiungeva l’Adriatico e le principali città della penisola italica. La conseguenza di ciò non è stata sempre un fiorire di scambi commerciali. Spesso gli unici transiti erano quelli delle orde di invasori che lasciavano le loro terre in cerca di altre più ricche e viceversa. Il passaggio obbligato attraverso le gole delle montagne che formano queste valli poteva trovare proprio qui dei seri ostacoli, se difeso militarmente. Questa funzione militare, in cambio della quale ai tempi della Repubblica Veneta, noi valligiani ottenemmo autogoverno e ampie autonomie, negli anni più recenti ridusse queste valli in una specie di presidio militare, imponendoci divieti e servitù. Possiamo pure immaginare come strada e fiume non potessero condividere in pace il loro cammino in uno spazio così angusto. I testi storici ce ne danno conferma e menzionano tremende alluvioni nelle quali il fiume ha divorato la strada, travolto ponti e mulini, portato con sé raccolti e animali. Nell'anno 589 per la grande quantità di piogge cadute franò una parte del monte Matajur. Questo avvenne nei pressi di Staro Selo; si dice che allora il fiume Isonzo fosse un affluente del Natisone; questa frana bloccò il corso dell'Isonzo che da allora cambiò completamente strada diventando fiume a sè. Un altra alluvione, forse la più disastrosa, avvenne l'11 settembre dell'anno 1327. Nel corso di questa alluvione fu completamente distrutta la strada che portava da Caporetto a Cividale. Le acque travolsero case, ponti e mulini. Danni enormi furono causati anche in pianura. Seguì quella del 26 agosto 1468 nella quale venne travolto Brischis; in pianura venne spazzato via il ponte di Premariacco.
La frazione di Brischis
in comune di Pulfero. Il corso del Natisone completamente ricoperto dalla vegetazione, costeggia la stada. |
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Pure nell'ottobre del 1597 piovve molto, tanto che la gente, per sfuggire agli allagamenti, dovette rifugiarsi sui tetti delle abitazioni o arrampicarsi sugli alberi. Ci furono ancora altre alluvioni. A Pulfero, sono riportate sul muro di un edificio le date di alcune; è pure indicata l'altezza raggiunta dalle acque. Naturalmente questi eventi toccarono pure altre località, ma ne parleramo più avanti.
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Il Natisone a Stupizza: acque limpide, regno della trota, paradiso dei pescatori!
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Sono pochissimi gli affluenti di una certa consistenza che il fiume troverà al suo rientro sul territorio italiano. Si tratta per lo più di acque di raccolta dei vari bacini dei monti, piccoli rigagnoli e sorgenti. Solamente sulla sponda sinistra, subito dopo la frazione di Ponte San Quirino, il fiume riceverà le acque dell'Alberone che possiamo considerare come unico e più importante affluente.
Nella foto in basso a destra vediamo il ponte (malandato, ma oggi rimodernato) che collega la sponda destra del fiume con il Monte Mia e la valle del Pradolino. |
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Oltrepassata la frazione di Stupizza il fiume riceve ancora sulla sponda destra il Budrin e su quella sinistra il Majncjak.
Il Budrin è un affluente della riva destra del Natisone. Provenendo da una quota molto elevata (sorge nei pressi della frazione di Montefosca); presenta un corso molto interessante e ricco di belle cascate. | ![]() |
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Qui troviamo il Chrysosplenium oppositifolium Nasprotnolistni vraničnik. specie abbastanza rara nelle Valli del Natisone. |
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Il Natisone a Linder - Loch Il ponte che vediamo è stato costruito nel 1953 dopo che una piena aveva distrutto il ponte precedente. Collega la frazione di Linder - Loch con quella di Specognis. La strada, prosegue verso le frazioni di montagna fino a quella di Montefosca (Črnivarh). Qui si riversano pure le acque del bacino di Rodda trasportate dal rio Ronec (sulla sponda sinistra) e del bacino di Erbezzo trasportate dal rio Arbeč (sulla sponda destra) .
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Pulfero e le sue vicissitudini con le piene.
Già nel 1850 risultava essere presente a Pulfero (al posto della solita passerella) un ponte in legno. Nel corso della ritirata di Caporetto, tutti i ponti vennero demoliti. Allora venne pure demolito un ponte di ferro e legno (costruito ad uso militare?) che poi venne ricostruito.
Alla fine della guerra gli abitanti, per costruire un nuovo ponte, acquistarono di propria iniziativa dal genio militare le putrelle metalliche e ricostruirono il ponte nei pressi di quello preesistente. Non passò un decennio ed il ponte fu travolto da una piena.
Dopo qualche anno (nel 1933) il ponte venne ricostruito e rimase al suo posto fino al 21 giugno del 1958, quando fu divorato dall'ennesima piena. Questo ponte poggiava la sua struttura su dei pali infissi nell'alveo del fiume; era carreggiabile e munito di parapetto in ferro.
Si costruì un nuovo ponte che venne terminato nel mese di giugno del 1959. Questo era un ponte "sospeso" ed era sostenuto da delle funi che appoggiavano su dei pilastri in cemento costruiti ai bordi del fiume. Ciò per evitare ogni genere di contatto con le piene. Furono usate le funi dismesse della funivia del "Monte Lussari". Questo ponte, fu in seguito giudicato non idoneo ad un traffico stradale; così nel 1991 le frazioni di Pulfero e Cicigolis ebbero il loro ponte, inaugurato, per la precisione, il tre di agosto dello stesso anno e che tuttora resiste, come possiamo osservare nelle foto sotto.
![]() Le date delle principali piene ed i relativi livelli raggiunti dall'acqua riportate sul muro di una abitazione di Pulfero. |
![]() Foto in basso:panoramica del fiume a Pulfero. Le frazioni di Pulfero e Brischis sulla sinistra, Cicigolis sulla destra. La quota del fiume a Pulfero è di 179 mt. slm |
Il fiume prosegue nel suo percorso in un ampio letto di pietre e ciottoli. Nel frattempo si è fatto robusto. Le sue acque sono tranquille, ma scorrevoli.
In questo tratto è piacevole sedersi ad osservare la natura, ascoltare il fruscio delle acque, immergere in esse i piedi per sentire il fresco massaggio della corrente. |
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Sulla sponda destra, nei pressi della frazione di Cicigolis, il fiume riceverà lo Jauarščak; nei pressi di quella di Tarcetta il Tarčenščak. Sulla sponda opposta, attraversando la frazione di Brischis, scende dal bacino di Rodda il Zejac, a Ponteacco il Rug Mamula.
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Siamo nei pressi della frazione di Tiglio. Nel letto del fiume iniziano ad apparire grossi massi di conglomerato. |
Ci stiamo avvicinando ad una zona molto interessante sotto diversi aspetti. Tra poco il fiume si incasserà nel terreno e potremo osservare una forra mozzafiato. Oltre all'aspetto geografico abbiamo pure quello geologico e storico. Sulla sponda sinistra del fiume troviamo il Riparo di Biarzo - Jama par Malne, antico sito risalente al Paleolitico superiore; in alto sulla destra possiamo osservare la grotta d'Antro.
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<<< Il riparo di Biarzo La grotta d'Antro >>>
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Stivanščak, Podorieščak, Ousonščak, Patok, questi sono i nomi dei rii che si riversano nel fiume in questo tratto. L'ultimo alimenta la sponda sinistra del fiume.
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Le passerelle.
Poche, situate nella zona alta del corso del fiume, chiuse perché richiedono manutenzione, sono state sostituite dai ponti. Quella che vediamo nella foto sotto collega San Pietro al Natisone a Oculis. Poco più a monte troviamo i resti di un'altra passerella. Qui il 30 giugno 1973 accadde una tragedia. Era il giorno del santo patrono a San Pietro al Natisone. Nel fiume sottostante la passerella si seminavano le trote. Una folla di appassionati e curiosi seguiva dalla passerella la semina. A causa del peso eccessivo si ruppe una fune, la passerella si inclinò e molte persone caddero sul greto sassoso del fiume. Ci furono numerosi feriti e, purtroppo, quattro morti. Da allora questo tipo di ponti viene visto con diffidenza, soprattutto per le responsabilità che ricadono all'ente che deve provvedere alla manutenzione.
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Siamo giunti nei pressi del ponte di Vernasso. Il luogo è ancora ideale per la balneazione. E' difficile immaginare che solo un centinaio di metri più a valle l'aspetto del fiume possa cambiare completamente. Scorrerà profondamente incassato fino a Ponte San Quirino.
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>>>> Forra a Vernasso
<<<< Il ponte di Vernasso |
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<<<<
La forra a San Quirino
>>>> Il ponte di San Quirino
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Il Ponte di San Quirino è il decimo ponte sin qui incontrato, oltre a tre passerelle. Ma secondo gli storici in questa zona ci dovrebbe essere stato un ulteriore ponte. La vecchia strada romana proveniente da Cividale - Forum Julii, chiamata via Belloja, partiva da Aquileia raggiungendo Cividale; da qui proseguiva attraverso le Valli del Natisone verso Ad Silanos (Kobarid). Essa costeggiava interamente la sponda sinistra del Natisone. L'attuale ponte di San Quirino potrebbe avere avuto un gemello, o più realisticamente un predecessore, sito in un punto del fiume che permettesse la sua costruzione.
In questo luogo del fiume, nei pressi del ponte di Vernasso, sono presenti su entrambe le sponde degli incavi sui quali si può supporre che abbia appoggiato un ponte.
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Ricostruzione fotografica del presunto ponte appoggiato nel punto preciso dove sono presenti gli incavi come nella foto a lato.
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Quella che abbiamo finora visto è indicativamente la parte medio-alta del Fiume o, se vogliamo, la parte situata in territorio sloveno e etnicamente sloveno. Da questo punto in avanti, come diceva sempre mia mamma, il fiume inizia ad andare giù per il Friuli. Dobbiamo però fare un passo indietro perché forse più di qualcuno, vista la bellezza dei posti, vorrebbe recarsi a visitare le sorgenti. Arrivare alle sorgenti non è difficile, basta conoscere la strada! Sembrerebbe una battuta, ma è vergognoso non trovare alcuna indicazione (parlo della parte italiana e questo nel 2012; dalla parte slovena, qualche indicazione c'è, ma non dimentichiamo che le sorgenti si trovano prevalentemente sul territorio italiano!). In territorio italiano, la strada più agevole per raggiungere le sorgenti è quella che parte dal paese di Montemaggiore (Brezje), in comune di Taipana. Diamo per scontato che per arrivare al paese non ci siano difficoltà. Dopo averlo attraversato completamente ci troveremo di fronte alla chiesa. Se siamo arrivati in auto dobbiamo fermarci qui.
. Montemaggiore di Taipana
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A lato, vista panoramica parziale di Montemaggiore di Taipana (Brezje) dall'alto della cima della Gnjilica.
In basso a sinistra, vista completa del paese. Sotto, la chiesa, partendo dalla quale parte una strada interpoderale che conduce alle sorgenti. |
Proseguiamo dirigendoci verso la montagna; dopo poche decine di metri è ben visibile sulla destra l'imbocco ad una strada interpoderale. Questa strada conduce alle sorgenti. Bisogna percorrerla tutta. Lungo il percorso incontreremo dei piccoli corsi d'acqua, troveremo pure l'accesso al sentiero che conduce sulla cima del Montemaggiore (Breški Jalovec). Dopo quasi un ora di cammino giungiamo in una grande conca rocciosa dove noteremo dei rigagnoli d'acqua che scendono dalle pareti delle rocce attraversandoci la strada. Siamo giunti alla sorgente del Rio Bianco. Basta risalire di qualche decina di metri il torrente principale e noteremo la cascata d'acqua che sgorga dalle rocce; questa acqua però proviene dall'alto della montagna, zona difficilmente accessibile.
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Il paese, e sulla destra la zona delle sorgenti |
Zona
delle sorgenti del Rio Bianco. |
Se volgiamo arrivare al Rio Nero dobbiamo proseguire lungo la strada. Nella foto sopra vediamo sulla destra la strada che inizia a salire; a tratti scompare e resta un sentiero. Dopo qualche centinaio di metri giungiamo nel punto più alto della strada la quale inizia a scendere dirigendosi verso destra. In questo punto bisogna abbandonarla e proseguire dritti lungo le pendici della montagna scendendo lievemente. Si nota un sentiero che scompare e riappare. Dopo circa venti minuti si arriva. Troveremo prato, rocce e arbusti tra i quali scorrono dei rigagnoli d'acqua.
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La zona della sorgente del Rio Bianco vista dall'alto. A destra la strada proveniente da Montemaggiore. Al centro il corso del rio che si incunea nella valle. A sinistra la strada che conduce al Rio Nero. |
Dal Rio Nero, si può proseguire lungo un sentiero che conduce in Slovenia e arrivare al paese di Breginj. Non dimentichiamo che il Rio Nero delimita la linea di confine tra Italia e Slovenia. Questo è un percorso alternativo per giungere alle sorgenti. Se prima abbiamo camminato da ovest verso est ovvero dall'Italia verso la Slovenia con questo percorso partiremo dalla Slovenia e arriveremo in Italia. I punti di partenza potrebbero essere molti; dipende se lungo la strada vogliamo ammirare altre cose. La catena dello Stol è bella anche solo a essere osservata. Partendo comunque da Breginj e prendendo la strada che conduce al Ponte Vittorio, verso il confine di stato avremmo un'altra variante al percorso.
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Lungo la strada troveremo questa indicazione la quale ci dice che la stradina che si dirige in alto a destra conduce al "Izvir Nadiže" ovvero alle sorgenti del Natisone.