Simboli misteriosi, tra storia e fantasia.
Camminando lungo i sentieri delle nostre valli ci può succedere di notare su qualche pietra degli strani simboli. Lo stesso ci può accadere osservando le pietre di qualche vecchia cinta muraria o di qualche vecchio edificio. A dire il vero, questi ritrovamenti sono rari e nella gran parte dei casi si tratta di croci apposte sulle pietre per indicare che si tratta di cippi confinari. In alcuni rari casi invece ci troviamo di fronte a dei simboli che inducono a pensare che possa trattarsi di qualcosa di particolare. Quello che è certo è che questi simboli sono stati scolpiti molti anni fa, come si può dedurre da una attenta osservazione della pietra. Forse oggi qualche buontempone, sentendo alla tv tante storie più o meno realistiche, potrebbe divertirsi a fare cose simili per farci indurre a chissà quali deduzioni, ma nei tempi antichi, chi e per quale motivo può avere scolpito su delle pietre questi simboli? Una cosa che appare comune a tutti questi ritrovamenti è la loro collocazione. Infatti si trovano quasi tutti circoscritti in una determinata zona, e più precisamente sulla sponda destra del fiume Natisone, in un tratto che va da Pulfero a Ponte San Quirino. Se questi segni furono scolpiti nei secoli passati dobbiamo immaginarli collegati a qualcosa che esisteva nei secoli passati. I riferimenti potrebbero essere: una religione, una cultura, una consuetudine e così via. Andando più sul pratico senz'altro cercheremo qualcosa di tangibile, come un vecchio edificio (castello o chiesa) una vecchia strada o un luogo che in passato potesse avere avuto una particolare importanza.
Cercando fra le chiese presenti nelle nostre valli, quella più antica in assoluto, e pure sita nella zona "incriminata", è quella di San Quirino, a San Pietro al Natisone.
Fra le altre tipologie di costruzioni, sempre in quella zona, troviamo i ruderi del vecchio castello di Ahrensberg.
Non molto distante, sulla sponda sinistra del Natisone, c'è il riparo di Biarzo, luogo di grandissimo interesse storico e geologico, senz'altro il primo insediamento umano nelle nostre valli.
Poi c'è la strada che costeggia il fiume Natisone, antichissima anch'essa.
Ma c'è un luogo che racchiude in sè tante caratteristiche: storia, religione, insediamento abitativo e forse percorso alternativo. Questo luogo è la grotta di San Giovanni d'Antro, abitata sin dai tempi più remoti; nel suo interno è presente una chiesa e, come racconta una leggenda, fu pure una fortezza inespugnabile. Inoltre alcune di queste pietre sono presenti nei muri antistanti l'edificio.
Vediamone alcune!
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Queste viste
sopra, e accanto, si trovano nella frazione di Antro, in comune di Pulfero. Di
una è rimasto solo un frammento.
Quelle in basso si trovano nei pressi della frazione di Vernasso, in comune di San Pietro al Natisone. |
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Queste ultime due incisioni invece appartengo alla grotta "Ta pod figovco" in comune di Savogna. |
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Dopo aver dato queste indicazioni, lascio al visitatore l'interpretazione del significato che questi simboli possono avere.
Nelle valli sono pure presenti altre scritte, che a prima vista potrebbero sembrare strane. Guardiamole e scopriamo l'origine!
foto simaz.d
Quella sopra e quelle sotto sono alcune delle diverse scritte scolpite sulle rocce antisanti il castello di Gronumbergo, situato sulle pendici del monte Karkos.
Il significato della scritta appare incomprensibile in quanto la lingua non è italiana o latina e, apparentemente per noi, sembrerebbe una lingua incomprensibile. Si tratta infatti di caratteri cirillici e l'iscrizione riporta il testo di una poesia.
A quale epoca risale questa scritta e chi ne è l'autore? Le ipotesi possibili sono diverse.
In queste valli nel corso dell'ultima guerra mondiale transitarono numerosi soldati cosacchi; gli autori potrebbero essere loro.
Se andiamo più a ritroso con la storia potremmo pensare alle truppe francesi che qui transitarono tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 e a qualche soldato che dopo la campagna di Russia dovette passare al servizio dell'esercito napoleonico.
Niente di tutto questo! Queste scritte in un certo senso sono collegate alla storia delle Valli del Natisone. Nei secoli passati era consuetudine per gli abitanti di queste valli, intrattenere un piccolo commercio con i paesi dell'est dell'Europa. Questo commercio, che nel nostro dialetto sloveno viene definito con il termine "Guziranje", consisteva nella vendita di piccoli oggetto d'arte, in particolare a carattere religioso. Una delle mete di questi commerci era l'Ungheria, ma ci si spingeva molto oltre. Si partiva dopo la fienagione e si rientrava a Natale. Pure la costruzione della ferrovia "Transiberiana" richiamò a suo tempo braccia da queste valli nelle quali regnava la miseria. Così, più realisticamente, il mistero sembra sia stato chiarito; le scritte infatti sono opera di Paolo Sittaro e Leonida Sittaro, due cugini residenti a Vernasso, in comune di San Pietro al Natisone, discendenti di un emigrante. Il periodo risale tra la prima e la seconda guerra mondiale.
foto simaz.d
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Il testo scolpito sulla prima roccia recita così:
"Chi è coraggioso combatte per la vittoria, con noi canta allegro una canzone; chi è allegro sempre ride; chi vuole ottiene; chi cerca sempre trova".