Le trincee dallo Spik al Hum

Il monte Spik è una cima di 661 metri situata a qualche centinaio di metri a nord-est del santuario di Castelmonte - Stara Gora.

La cima dello Spik con sullo sfondo il monte Nero.

 

Il termine Spik, in lingua slovena significa punta, cima appuntita, per cui potremo trovare in queste zone altre cime riportanti questo nome.

Lo Spik visto dallo Judrio.

Il santuario di Castelmonte - Stara Gora, visto dalla cima dello Spik.

 

Questa cima è situata su quella che era la "linea di raccordo"  che congiungeva la seconda con la terza linea di resistenza fissate dal generale Cadorna la sera del 24 ottobre 1917.

Questa linea di raccordo partiva da Castelmonte (mt. 618), proseguiva verso San Nicolò (mt. 670), San Giovanni (mt. 702), Varh, località Fortin ( mt. 599), Tribil Superiore, cima Kolpac (mt. 678), e infine toccava la cima del monte Kum-Hum (mt. 912).

La cima di San Giovanni vista dallo Spik. La linea di raccordo si dirigeva in quella direzione.

La cima di San Giovanni vista da sud presenta pendii molto ripidi.

La linea proseguiva lungo le cime di questi rilievi, a destra delle frazioni di Varh (al centro della foto) e di Tribil Superiore (sullo sfondo), per poi raggiungere il monte Hum, sul quale si trovavano postazioni di artiglieria.

Nel mese di aprile del 1916 tutta questa linea venne rafforzata e furono scavate nuove gallerie. 

Nei mesi seguenti venne pure allargata la strada che collegava i vari punti di questa "linea di raccordo".

L'esercito austroungarico nel frattempo cannoneggiava queste postazioni. 

Quello italiano  invece riescì ad abbattere uno dei numerosi aerei che nel mese di giugno sorvolavano queste zone. Volava sopra Altana e, sebbene colpito, cadde oltre l'Isonzo, in territorio austriaco. 

Il nove giugno toccò a un aereo italiano compiere un atterraggio di emergenza sopra il paese di Oblizza. Per fortuna in quei tempi le nostre montagne erano tutte un bel prato! 

Il 10 maggio 1917 il paese di San Leonardo fu sorvolato da diversi aerei. Uno di questi lasciò cadere una bomba vicino alla chiesa; la bomba non non esplose. 

Il 25 maggio un aereo italiano colpito dagli austriaci cadde nei presso di Tribil Superiore. I piloti riportarono ferite gravissime.

Vista verso nord-est dalla cima di San Giovanni. Sulla sinistra, la catena del Kolovrat.

 

Sullo Spik la linea di trincea è ben conservata anche se invasa dalla vegetazione. Qui nessuno ha  dissodato il terreno per usi agricoli, per cui tutto è rimasto come era allora. Numerose sono le gallerie che attraversando la cima della montagna da una parte all'altra consentivano un accesso o una fuga sicuri.

Una delle gallerie, scavate durante la guerra 15-18, che attraversa la cima dello Spik.

Le gallerie e le trincee sullo Spik, sono rivolte a sud. A valle, verso sud, scorre lo Judrio.

Questo fiume faceva da confine tra il Regno d'Italia e l'Impero Austroungarico.

Proseguendo verso sud, oltre la valle dello Judrio abbiamo una cima fortificata importante: la Korada.

Proseguendo ancora in quella direzione troviamo l'inizio della cresta del Sabotino, alla fine della quale si trova Gorizia.

Questo per comprendere cosa c'era oltre questa linea.

Altra trinca, posta una quindicina di metri sotto la cima.

 
Camminando per questi luoghi non si può non rimanere colpiti dal fatto che troveremo queste trincee scavate tra chiesette e santuari.

L'accostamento è stridente!

Le chiese, tutte molto antiche,  stanno a  testimoniare la fede profonda della gente slovena delle Valli del Natisone.

Stride pure il fatto che in questi luoghi, in questa guerra, si trovavano arruolati in due eserciti contrapposti gli Sloveni delle valli del Natisone e quelli oltre la Judrio.

Questi sloveni avevano fino allora intrattenuto tra loro fraternamente rapporti di natura economica.

Per quanto riguarda la fede, i  pellegrinaggi ai santuari oltre confine erano una consuetudine consolidata.

I due santuari più importanti e luogo di pellegrinaggio, erano quello di Stara Gora - Castelmonte, allora nel Regno d'Italia, e quello di Sveta Gora - Montesanto nel Impero Austroungarico. Quest' ultimo fu distrutto completamente nel corso di questo conflitto.

 

   

Un altra delle numerose gallerie presenti.

Percorrendo questa linea, poco dopo lo Spik, in località Malinske, troviamo altre trincee e una caverna con accesso a nord e con bocca per mitragliatrice a sud.

Questa caverna, scavata nella roccia della montagna, si trova nei pressi della strada panoramica a poche centinaia di metri dalla località Trivio.

L'altra estremità della stessa caverna. Qui sono pure presenti resti di trincee e camminamenti.

Proseguendo lungo la strada panoramica, arriviamo alla chiesetta di San Nicolò - Svet Miklauz. 

Questa fungeva da ospedale militare; accanto ad essa era stato costruito un cimitero militare. 

Qui il giorno 26 ottobre ci furono aspri combattimenti. L'esercito italiano, in un disperato tentativo di arginare le dirompenti truppe Austro-Germaniche oppose una strenua quanto vana resistenza. In questa battaglia perirono 370 soldati italiani. Testimonianze dei residenti  locali riportano come i prati e i boschi tra Jainich e Castelmonte e attorno alla chiesetta di San Nicolò fossero tinti di rosso dal sangue dei morti e dei feriti.

Gli abitanti dei paesi adiacenti, compiendo un gesto di umanità, curarono i feriti e diedero sepoltura ai morti. I morti al di fuori del campo principale di battaglia vennero sepolti nel luogo del loro ritrovamento. Alla fine della guerra furono riesumati e seppelliti in un cimitero militare allora li presente. Nel 1933 ci fu una ulteriore riesumazione e i resti di questi soldati trovarono altra allocazione, principalmente nel Tempio Ossario di Udine.  

 Una lapide ci ricorda ancora quanto accaduto.

Iscrizione posta all'interno del sagrato della chiesa di San Nicolò a Jainich.

Questa croce, ancora oggi esistente,  fu eretta solo pochi mesi dopo la battaglia dall'autorità tedesca di occupazione.

 

Questa lapide riporta i nomi dei soldati austro-germanici caduti. Dai nomi si deduce come queste truppe furono composte da germanici. 

L'esercito imperiale era composto da soldati di varie nazionalità (Jugoslavi, Ungheresi ecc. nonché gli Austriaci).

Ai tempi del secondo conflitto mondiale le tombe erano 34. 

Nel 1955 le salme vennero riesumate e traslate nel cimitero militare tedesco del Pordoi e alcune lapidi vengono tolte.

Riportiamo i nomi di alcuni caduti tedeschi. In grassetto i nomi dei quali sono presenti ancora le lapidi.

Off. Stell. Helil HerbstGefr. Karl Lavrenz -Schütze Franz Gaebler - Pionier Alfred Sperling - Grenad Wilhem Kulpert - Füsilier Ernst Bartnek - Gefr. Karl Kriese - Füsilier  Bernhard Schultz - Gefr.  Eric Langener - Ldstrm Oskar Zinzer - Gefr. Maxs Balmann - Füsilier Franz Gluge - Gren Karl Kuhne - Gren. Wilhem Heusinger - Füsilier  Herman Heinrich - Reservist Maxs Motkus - Utfzz. Friedrich Hagelmeir . 

 Gefreiter, caporale -  Grenad, granatiere - Schütze, soldato - Füsilier, fuciliere - Pionier,genio militare.

Proseguendo nel nostro percorso lungo questa linea, nei pressi della frazione di Varch, in una località chiamata Fortin, troviamo altre trincee.

 

Ai piedi del Monte Hum, dove termina questa linea, si trova la frazione di Tribil Superiore la quale è sormontata da una altura: il Klopac. Su questa altura sono presenti resti di trincee e camminamenti.

Qui,  parte delle trincee e camminamenti è stata modificata dalle persone per l'uso agricolo del suolo.

 

Questa linea termina sul monte Cum - Hum dove si congiunge con la seconda linea di resistenza che passa sopra la cima del monte suddetto.

La frazione di Tribil Superiore e il monte Hum alle sue spalle. 

 

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