Mengore
Colle a est di Tolmino. Questa cima, con il Selski Vrh, formava una importante linea difensiva austriaca chiamata il "Ponte di Tolmino".
La linea che divideva i due contendenti correva approssimativamente lungo questa valle. La piccola chiesetta che vediamo in alto a sinistra sulla cima di un colle, č la chiesetta di Santa Maria a Mengore. Su questo colle si era arroccato l'esercito austro-ungarico.
Il primo paese che vediamo in basso, al centro della valle č Volče - Volzana; pių arretrato Čiginj. Questi paesi erano presidiati dalle truppe italiane. Da Volče una strada conduce alla chiesetta di San Daniele (al centro sul bordo sinistro della foto), nei presi della quale correva la linea italiana. Dietro il Colle di Mengore intravediamo le pendici di un altro colle : il Selski Vrh, importante caposaldo degli imperiali.
Questo č quanto si domina dal Mrzli Vrh, che era in mano agli austro-ungarici. Gli italiani, dal canto loro, possedendo la cima del Kolovrat, la Jeza, "quota 869 - Cappella Sleme" potevano cannoneggiare Mengore, Bučenize e Tolmino. Dal Kolovrat riuscivano pure cannoneggiavano il Mrzli Vrh.
Panoramica della zona del fronte chiamata "Ponte di Tolmino" .
Mengore - Chiesa di Santa Maria.
Queste collinette a sud di Mengore sono il Mrzli Vrh (da non confondere con l'altro Mrzli Vrh, mt. 1.359 ) e il Selski Vrh.
Il Selski Vrh in particolare veniva comunemente chiamato da entrambe le parti: "quota 588"
Il Mrzli Vrh mt. 590 e il Selski Vrh, metri 588.
I tentativi italiani di sfondare questa linea, iniziarono nel mese di agosto del 1915. In particolare quelli dal 12 al 16 agosto 1915 furono tutti respinti.
Gli attacchi del 21 e 22 agosto furono preceduti da due giorni di intensi bombardamenti. Dalle alture del Kolovrat si dominava tutta la zona sottostante. Tutto questo non servė al successo degli assalti.
In un altro tentativo, verso la fine di agosto, gli italiani riuscirono a penetrare fino alla chiesetta di Santa Maria, ma poi vennero respinti. Alcuni reparti rimasti accerchiati furono annientati senza pietā. Dal 22 al 24 ottobre gli attacchi si ripeterono, ma gli austroungarici riuscirono a respingerli.
Solo il 26 novembre le truppe italiane riuscirono a prendere alcune posizioni, ma non sfondarono. IL 29 novembre iniziō da parte italiana un forte cannoneggiamento su Mengore, seguito da un attacco di truppe. Pure in questo caso le truppe furono respinte. Il 30 novembre si ripetč la stessa situazione.
A volte si guadagnava qualche decina di metri e dopo qualche giorno la si perdeva. Tante morti inutili!
I politici volevano vedere qualche risultato nella guerra. Pur di ottenerlo, i comandanti militari spingevano i soldati in attacchi impossibili!
Su questa linea di difesa si fermarono gli austriaci nei primissimi giorni del conflitto.
Qui si svolsero sanguinosissimi combattimenti.
Gli Italiani provarono a conquistare nei primi giorni di giugno del 1915 queste posizioni, ma dopo diversi tentativi e numerose perdite si dovettero fermare.
Riprovarono nuovamente dal 16 al 22 agosto, dopo oltre un giorno di cannoneggiamenti sulle posizioni avversarie, ma prevalentemente senza successo, cosi pure in settembre e in ottobre dello stesso anno.
Anche l'ultimo attacco fatto in ottobre, prima che iniziasse l'inverno fu respinto dagli austroungarici, seppure molto inferiori di numero. In questo ultimo attacco gli italiani riuscirono ad arrivare fino all'interno delle trincee austroungariche, ma poi furono costretti ad arretrare.
Il cosėdetto "Ponte di Tolmino" alla fine resistette.
Una scala fatta di corpi umani; di questo racconta la gente del luogo.
I corpi dei caduti non potevano essere rimossi e quando qui si sferrava un nuovo attacco si saliva verso la cima usando i corpi dei caduti come scala o come riparo. Gran parte di questi caduti erano soldati italiani.
Gli austriaci portarono vagoni di calcina per disinfettare questo luogo. Si dice che queste montagne rimasero bianche per anni, tanta fu la calce che venne usata.
"sottoposto a un attacco nemico, sono fuggito verso una parte del campo di battaglia (quota 588).
Sembrava un cimitero! Tutto attorno era un fetore insopportabile.
Il campo era cosparso di cadaveri, secondo me pių di duemila; morti dovute alle epidemie, al freddo e alle ferite da arma da fuoco.
Il battaglione che mi ha preceduto č stato annientato sotto le barriere di filo spinato.
Ora tocca a me sostituire i tubi con l'esplosivo posti per distruggere queste barriere.
Il nemico ci vede e ci massacra con le mitragliatrici e le bombe a mano.
Riesco comunque nell'operazione e faccio saltare le barriere di filo spinato in due posti.
Riesco a rientrare alla nostra postazione. In questo mi hanno protetto i corpi dei miei compagni caduti precedentemente... "
La chiesa di San Daniele, nei pressi di Volče - Volzana. Qui correva la prima linea italiana. Per difendere questa linea erano state costruite trincee rinforzate con muri di cemento e protette da barriere di filo spinato. La potenza di fuoco messa in opera dagli austroungarici il 24 ottobre 1917 riuscė ad annientarle.