Era il mese di dicembre. Le case delle valli erano piene di granoturco; in cucina od  in soggiorno non faceva differenza. I benestanti avevano un locale destinato a questo scopo. Anche le due stanze di casa nostra, una minuscola cucina con un tavolo e quattro sedie ed un soggiorno (izba'),  erano colme di granoturco, ed in un angolo, per una sera, c' era pure la  Madonna. Su di un piccolo tavolino venivano posate una tovaglia bianca, delle candele, un vaso di fiori ed un quadro raffigurante la  Madonna con Gesù bambino. Tutto questo veniva trasportato ogni sera in un altra casa, con una piccola processione tra canti e litanie, poi si recitava il Rosario. Questa era la novena , o meglio come diciamo noi,  la "Devetica".   Per  noi bambini, la più grande festa consisteva nel partecipare a quella processione notturna con le candele accese e riuscire al averla vinta sul vento che in quel periodo soffiava forte. Alla fine, in casa si fermava un gruppo di persone per dare una mano a sfogliare  ( lupit ) le pannocchie. A quei tempi non parlava la televisione, bensì le persone. In  questo contesto erano riuniti vecchi e bambini e gli argomenti di conversazione certo non mancavano. Per gli adulti c'era a disposizione un bicchiere di vino, per noi bambini un po' di Jabučnjak (sidro). Alla fine ognuno tornava a casa propria. Quando questo toccava a me, non vi dico con che velocità percorrevo nel buio più completo quei pochi metri che mi separavano da casa, evitando a memoria i vari ostacoli sparsi qua e la per i cortili : legna, carriole, qualche kavalet, ed altro. Certo, anche quella sera, come tutte le altre, avevo ascoltato le storie che i vecchi raccontavano: fantasmi (strahi), skratiaci, krivapete ed altro. Io non ci credevo, però ....- Ora siamo nel 2000 e capita a volte di tornare su questi argomenti. L' altro giorno  I. D.  da Rodda, sulla sessantina,  mi  ha  confessato:  quando vado  a    tagliare l' erba  nelle  Raune ( località ) torno a casa sempre prima che venga buio perché  una volta dicevano che li si trovavano gli Skratiaci, ed io preferisco evitare alla sera quel posto. Ma chi sarebbero questi esseri che riescono ancora a turbare quacuno? Si narra che sono piccoli come bambini ma dotati di doti soprannaturali. Dalle parti di Stregna  e Tribil vengono chiamati  anche "fantini" dallo sloveno fant: ragazzo, o  fantalin: ragazzino, briccone.  Essi non stanno mai fermi,  possono fare dei balzi enormi e sono in grado di sopraffare un adulto. Vivono nei pressi delle "rupe" (grotte- voragini). Mia nonna mi diceva sempre, nell' unica lingua che conosceva: ne stuoj itì gu Giavo (località) blizu rupo ki so Skratiaci an te ponesejo proč . Traduco: non andare in Giava vicino la grotta perché ci sono gli Skratiaci e ti rapiscono. Noi  però andavamo a gettare i sassi nella rupa e ascoltavamo il  rumore dei sassi che proveniva dall' interno; si sentiva un rumore di padelle e bottiglie per cui eravamo convinti di aver centrato la loro cucina ( o forse qualche elmetto residuo delle varie guerre)   Ma perché vivevano nelle rupe? Si dice che diventano Skratiaci i bimbi morti senza aver ricevuto il battesimo. Una volta questi bimbi non venivano sepolti in cimitero  ma  in una zona adiacente ad esso e finivano  in  un  posto chiamato " tamica", equivalente al purgatorio. Cosa centrano allora le rupe? Si può supporre che, a volte,  in tempi passati,  fossero state il cimitero dei bimbi nati morti concepiti al di fuori di un regolare matrimonio. Questa maniera di disfarsene evitava, a quei tempi,  la vergogna di  una sepoltura pubblica.    

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