Era un giorno d' estate di molti anni fa,  mia nonna tornava dalla Dolina, un prato sotto il Monte Spik, nei pressi di Castelmonte, dove si era recata a rastrellare il fieno. Durante il percorso, il cielo nuvolo si oscurò paurosamente ed in breve iniziò un violentissimo temporale con lampi, tuoni e grandine. Mia nonna impaurita dall' evento cominciò a correre,  ma quando la pioggia che cadeva sempre più fitta le toglieva  quasi il respiro si fermò al riparo di un grande castagno. Era arrivata in un posto chiamato Jesenovik e lì notò, appeso tra due alberi, un grande lenzuolo bianco. Attorno ad esso, con le mani protese verso il cielo, danzavano delle donne. Tutto ad un tratto, la pioggia cessò ed il cielo si schiarì. Mia nonna, nel vedere quelle donne,  fuggì terrorizzata perchè aveva notato che  avevano i piedi rivolti all' indietro. Questo racconto, e tanti altri ancora riguardanti  quelle donne,  mi veniva narrato ogni volta che io, bambino, mi recavo con la nonna in quel luogo. Quelle donne  con i piedi rivolti all' indietro erano conosciute in tutte le valli con il nome di Krivapete e, più o meno, ogni paese aveva le proprie, o perlomeno un luogo, preferibilmente una grotta o anfratto, dove si diceva esse vivessero.

 

Quelle donne destavano un poco di timore nella gente, innanzitutto per quei loro piedi rivolti all' indietro ( da qui il loro nome : letteralmente  dallo sloveno, Kriv = curvo - torto - colpevole, -  Peta = tallone ), poi per tutte quelle leggende su di esse, naturalmente esagerate in molti casi dai soliti burloni o beoni,  ed  anche per quel loro vivere isolate, per cui venivano chiamate anche "duje  žene" o, più spregiativamente "duje babe".  Ma come erano veramente?  Esistevano davvero?  Si diceva che erano alte,  amavano dare consigli, in particolare sul tempo. Vivevano solitarie, isolate dalla gente. Non erano streghe, ma una figura particolare delle valli.  Inizialmente esse erano un poco sempliciotte, ma divennero furbe, dopo che un uomo di montagna, stufo di averle tra i piedi, chiese ad una di esse di tenergli un ceppo nel quale aveva conficcato la scure.  Quando la Krivapeta prese il ceppo con le mani,  l' uomo tolse velocemente la scure ed il ceppo richiudendosi bloccò le mani della Krivapeta. Da quel giorno esse divennero furbe. Sulla  loro reale esistenza, potremmo fare molte supposizioni. Potrebbero essere state delle  donne nate con un difetto fisico; ma perchè solo donne? Infatti non esiste nelle valli una figura maschile di Krivapeta! L' isolamento dalla comunità potrebbe essere stato coatto, siccome fisicamente diverse, oppure volontario, per vergogna?  Sono raffrontabili ad altre figure di donna esistite in altri luoghi? Ho letto su un libro che erano....  Di fronte a tanti dubbi legittimi esiste una sola certezza: esse esistevano veramente nei racconti dei nostri nonni; immaginiamole solamente come loro le hanno descritte.   

Un giorno una Krivapeta passando sul Matajur disse ad un vecchio di Losaz che costruiva il fienile: "Ui'  ui'  barovik da ti bo stal stanovit"

Spiegazione: Torci torci il barovik  (barovik=legno che torto su se stesso funge da corda) che ti starà il  stanovit (stanovit=Kazon con il tetto in paglia-fienile) 

A Rodda esiste una grotta della Krivapete ! - Non cercatela perché  è  introvabile! Potele vederla cliccando qui!

Gruppo  mascherato da Krivapete durate una manifestazione carnevalesca nelle Valli del Natisone.

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L '  U l t i m a   K r i v a p e t a .  (novella)

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