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La vigilia della festa di San Giovanni era consuetudine in ogni paese delle valli fare il KRES. Questa tradizione attualmente si è affievolita ed il Kres (Fuoco di San Giovanni) non si vede più in tutti i paesi come una volta, quando la festa per quell' evento, che culminava con l' accensione serale della grande pila di fascine di legna, iniziava già al mattino. Mentre gli adulti erano impegnati al lavoro, prevalentemente agricolo, quel giorno, noi ragazzi e ragazze, eravamo dispensati in quanto dovevamo preparare il Kres. Il lavoro consisteva nel creare in un posto particolare, nei pressi del paese, una pila di legna o altro materiale combustibile, la più grande possibile. Bisogna dire che, per quell' evento, tutto il paese collaborava, non solo con la fornitura della tradizionale fascina di legna (snop o butara drva), ma venivano imprestati anche attrezzi come carriole, roncole, seghe, stanghe ecc. (cosa che non sarebbe mai avvenuta in altre giornate). Il primo lavoro consisteva nel procurarsi un palo grosso e lungo che veniva impiantato nel terreno ed aveva lo scopo di sostenere inizialmente tutta la pila. Se il paese era piccolo e la legna raccolta poca, questo poteva non essere necessario.
Una volta fatto questo, iniziava la raccolta della legna; ogni casa dava almeno una fascina che noi prendevamo in spalla o caricavamo sulla carriola, a seconda della distanza dal Kres. C'erano anche i soliti furbi che ci davano sì la legna od altro materiale, ma bisognava andare a raccoglierlo, e generalmente si trovava sparso per la campagna, o in mezzo a rovi ed ortiche molto lontano dal paese: questa era anche un' occasione per fare un pò di pulizia generale. Generalmente nel primo pomeriggio tutto era pronto, e la voglia di dare fuoco subito era grande, anche perchè quello è il giorno più lungo dell' anno e le tenebre arrivano tardi. Per ingannare l' attesa si faceva ancora qualche giro per il paese raccogliendo qualsiasi materiale combustibile.
Dopo una cena veloce, per la paura di perdere lo spettacolo, tutto il paese si recava ad assistere all' accensione del Kres.
Via via che le fiamme aumentavano ci si allontanava dal fuoco in quanto il calore diventava insopportabile. Ricordo come a quella visione puntualmente gli adulti ci ricordavano quelle che sarebbero state per noi le pene dell' inferno.
Alla fine, quando il tutto era ridotto in una massa di brace e cenere, c' era un ulteriore spettacolo: il più coraggioso si avvicinava con una forca al fuoco cercando di sollevare la maggiore quantità possibile di brace provocando questo spettacolo! C' era anche il solito allocco di turno che sollevava le braci in modo da riversale tutte sopra di se.
Alla fine, sempre per i coraggiosi, c'era il salto del "Kup", ovvero del mucchio di cenere e brace rimasti. Spesso si iniziava a saltare attraverso le fiamme. Quella che sarebbe stata la pena per chi non riusciva a saltare completamente il "Kup" e finiva con i piedi nelle braci, non lo raccontiamo...
Forse il Krjes di oggi non è più come quello di una volta. Oggi è un evento! Una volta era qualcosa di "nostro" , sentito da tutti, in particolare dei ragazzi e dei bambini; naturalmente al momento della sua accensione, alla sera, tutto il paese era presente.
La festa continua anche quando tutto sembrerebbe ormai finito. E' notte inoltrata; ci si avvicina, si assapora il tepore del fuoco e nulla ci unisce di più dei nostri canti tradizionali.