Venerdì 26 ottobre 1917, un giorno tragico per l'esercito italiano.

 

E'  l'epilogo di un operazione iniziata due giorni prima: la controffensiva dell'esercito austro-ungarico.

Con la complicità della  nebbia, gli Austriaci, che hanno  ricevuto l'appoggio della Germania, penetrano attraverso le linee difensive italiane del Kolovrat. Ma oltre la nebbia c'è ben altro!

La conca di Caporetto-Tolmino vista dal Breški Jalovec - Gran Monte.  Sulla sinistra la cima dello Stol.

Il 24ottobre 1917 ci fu una situazione simile.

foto simaz.d

Tolmino con la sua classica coltre di nebbia.

Gli Austro-Germanici mettono in atto una nuova tattica di attacco. Piccoli gruppi di uomini, muniti di una nuova mitragliatrice portatile si infiltrano ai fianchi dell'avversario, sorprendendolo.

Tutto questo preceduto da violentissimi cannoneggiamenti che distruggono linee difensive e linee di comunicazione.

I soldati italiani, privi di direttive, subendo forti perdite abbandonano queste linee dandosi alla ritirata.

C'è chi combatte strenuamente, chi sta al riparo nei rifugi, chi immobile nel suo posto in trincea! 

Un soldato mandato da un suo superiore a vedere cosa succede nelle prime postazioni, ritorna e riferisce: "Sono tutti ai loro posti con il fucile imbracciato!"

Non si era reso conto che i gas letali sparati su di essi non avevano dato loro neppure il tempo di capire quello che stava accadendo.

Devono pure fuggire dai loro paesi molti abitanti delle Valli del Natisone. 

Il 24 ottobre, giorno di inizio della contro offensiva austro-germanica, dalle 2,30 del mattino iniziano a cadere granate sulle frazioni di Merso Superiore, Osgnetto, Crostù. 

Fortunatamente non ci sono vittime tra la popolazione civile. 

La stessa cosa si ripete il giorno 25 ottobre. Da mezzanotte alle tre cade una granata ogni sette minuti. 

Scendendo in ritirata a valle i soldati che hanno abbandonato le loro postazioni pronunciano queste parole: “Siamo borghesi... la guerra è finita ... a Natale tutti a casa...” 

Di fronte a questa situazione, il generale Villani, comandante della diciannovesima divisione si suicida nelle scuole elementari di Scrutto.

Scrutto: le scuole, il municipio, la chiesa.

Alla sera del 26 ottobre l'esercito austro-tedesco arriva a Merso Superiore.

Poco prima vengono fatti saltare i ponti di San Leonardo e di Scrutto. 

In quei giorni piove molto e i fiumi sono pieni d'acqua; questo causa un rallentamento della contro offensiva in quella zona.

Il giorno 27 ottobre, al mattino presto, arriva  a San Leonardo il primo soldato tedesco, sebbene poco sopra, nei pressi di Jainich, i soldati italiani oppongono uno strenuo quanto vano tentativo di frenare l'invasione.

In questa battaglia rimarranno sul terreno una numerosi caduti.

Cannoni da 150 mm. iniziano intanto a bombardare Cividale del Friuli.

Panoramica di Cividale delFriuli.

Il Ponte del Diavolo. Verrà distrutto per rallentare l'avanzata delle truppe austro-ungariche.

 

La brigata Elba appostata sul monte Cum, attaccata dalle truppe austro-germaniche, arretra e ripiega verso Castelmonte.

Il monte Kum

 

Il santuario di Castelmonte - Stara Gora

Il monte Matajur, difeso dai fanti della Salerno, viene espugnato da Erwin Rommel.

La cima del monte Matajur vista dal Mrzli Vrh.

Il monte Matajur visto da nord.

C'è che piange c'è chi festeggia! Verso mezzogiorno l'esercito austro-germanico arriva a Breginj - Bergogna.

La popolazione lo accoglie con entusiasmo.

Qualcuno ha scritto che quando l'esercito italiano giunse a Caporetto venne accolto con canti di gioia dalla popolazione.

La cosa non corrisponde a verità. Nessuno ricorda qualcosa di simile.

Viene invece letteralmente preso e sollevato in segno di festa dai soldati italiani che si sono a lui arresi,  Erwin Rommel, quando occupa il monte Matajur.

Questo fatto sta da dimostrare quello che era in quel momento il morale dei soldati italiani, ma sopratutto il pessimo rapporto che esisteva tra la truppa e il gruppo di comando.

Quello che i generali riescono a fare funzionare molto bene  sono i tribunali militari e le fucilazioni per i disertori.

I generali non ritengono indispensabile la loro presenza in prima linea, però non mancano alle fucilazioni dei loro soldati.

La conca di Breginj ai piedi dello Stol.

Un generale che invece dimostra coraggio e eroismo è il marchese Maurizio Gonzaga. Questi, alla guida di un gruppo di soldati del plotone "Cavalleggeri Alessandria"  parte da Stupizza verso Robič, per andare incontro al nemico.

Il gruppo è formato da 28 cavalleggeri. Di questi fanno ritorno solo 5 e qualche cavallo solitario, ferito pure esso.

Il generale Gonzaga, ferito ad un braccio, ne subisce l'amputazione.

Monumento a Gonzaga eretto sul monte Vodice nei pressi di Nova Gorica in Slovenia.

All' interno del monumento l' iscrizione che ricorda l' eroismo del Gonzaga a Stupizza.

Nel primo pomeriggio le truppe Austro-Germaniche  occupano Stupizza.

La chiesetta di San Volario, nei pressi di Robič, sulla sponda destra del fiume Natisone, ai piedi del monte Mia.

Nei pressi di questa chiesa si  trovava l'ultimo caposaldo delle truppe italiane in riturata.

Altri reparti scendendo da Livek - Luicco arrivano a Brischis.

Luicco - Livek      sullo sfondo la cima del Nero - Krn. 

Brischis - Brišča

I bersaglieri che difendono Savogna sono costretti ad arretrare fino a Cocevaro, e in serata a Purgessimo.

Viene incendiata la chiesa di Savogna dedicata a San Ermacora e Fortunato in quanto era stata destinata a magazzino militare.

Savogna, paese situato ai piedi del monte Matajur.

Il ponte di San Quirino sul percorso che congiunge la Valli del Natisone a Cividale.

foto Simaz.d

 

L' Alpenkorps occupa il ponte sul Natisone a Tiglio.

Il ponte sul fiume Natisone a Tiglio.

foto simaz.d

La frazione di Tiglio si trova lungo la strada che dal confine di stato conduce a San Pietro al Natisone.

Verso sera gli alpini che difendono la cima del Montemaggiore - Breški Jalovez ripiegano su Monteaperta -Viškorša.

Il Breški Jalovez - Montemaggiore o Gran monte

foto simaz.d

La frazione di Monteperta -Viškorša.

 

In serata inoltrata un attacco al monte Barda viene respinto dalla Brigata Jonio.

Ma l'esercito austro-germanico ha ormai raggiunto Cividale del Friuli e proseguirà fino al Piave.

Nella foto il Ponte del Diavolo abbattuto il 26 ottobre 1917 per impedire il passaggio delle truppe Austro-Germaniche.

Nella foto Cividale del Friuli.

L'esercito italiano nella sua precipitosa ritirata non ha il tempo per portare appresso le vettovaglie. 

A svuotare i vari magazzini presenti sul territorio delle Valli del Natisone ci pensano i valligiani che mettono mano su tutto ciò che é rimasto.

Un comandamento dice: non rubare! 

Forse, quello che viene preso é solo un piccolo risarcimento per i danni subiti e per le sofferenze patite.

Sotto questo aspetto non sono di meno le truppe austro-germaniche e anche alcuni soldati italiani.

I tedeschi fanno man bassa di ciò che trovano e in modo particolare dei maiali, della cui carne sono particolarmente ghiotti. 

Senza dubbio erano anche affamati in quanto il 24 ottobre, all'inizio della controffensiva, ad ogni soldato furono assegnati alimenti per tre pasti, ovvero solamente per quella giornata. Lo stesso dicasi per i soldati italiani.

 

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